Le fontane della Zona 4 (parte seconda)

a cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Riprendiamo il nostro itinerario alla ricerca delle fontane della zona. Ci eravamo fermati in piazzale Cuoco, ora ci spostiamo di nuovo verso piazza Emilia.

Circa a meta' del viale Piceno, sullo spartitraffico posto al centro del viale, si trova un tamburo ottagonale con otto piccole anfore, una per ogni lato, dalle quali usciva un tempo l'acqua benefica che fluiva a cannella in altrettante vaschette dall'orlo curvilineo.
E' la fontana dell'Acqua Marcia, da cui sgorgava acqua, ritenuta in un primo tempo sulfurea, in seguito oligominerale, ed è la sorella maggiore, anche se meno nota, di quella sita al Parco Sempione, nei pressi dell'Arena Civica.
Infatti, la perforazione del terreno (fino a m.259 di profondità) fu effettuata nel 1925, mentre quella nel Parco Sempione nel 1926; pochi anni dopo furono costruiti i timpani, e nel 1955 si progettò persino una copertura, stile bagni termali, che però non venne mai realizzata; nel 1960 la fonte si esaurì; ed ora sta per partire, promosso da Quattro, un progetto di rilancio di questa bella fontana.

Vale la pena di citare altre due fontane, più recenti, in quanto risalenti agli anni '80 del ventesimo secolo, ma anch'esse dotate di un certo significato architettonico, ed appartenenti al piano di fontane voluto dall'amministrazione comunale di quel periodo.
La prima che cito è quella sita in piazza Tricolore, nel mezzo dello spartitraffico, e rappresenta un'aquila in cima ad una delle colonne in metallo che la compongono; la seconda è situata al confine della nostra zona con il comune di Segrate, ed è posta nello spartitraffico antistante l'aeroporto di Linate, nei pressi dell'impianto semaforico.

Fino ad ora, abbiamo trattato di fontane per così dire "pubbliche", in quanto fruibili da tutti; ma esistono molte fontane e vasche "private", ossia situate in proprietà non a tutti accessibili.

In molti palazzi di Milano infatti, soprattutto in quelli signorili, che certo non mancano nella nostra zona, vi sono delle piccole fontane, costituite da vasche, spesso ornate con sculture; sono solitamente site nei cortili o negli androni.
Spesso per vederle è sufficiente non passare di fretta davanti ad un portone, oppure guardarsi in giro quando ci si reca in casa di amici o parenti, od in altre occasioni.

Ad esempio, giusto al confine della nostra zona, nell'isolato contornato dalle vie Don Bosco, Breno, Benaco e da piazza Bonomelli, tra i tanti aironi di bronzo che popolano gli androni e i cortili degli edifici, due sono siti in vasche d'acqua, ed allietano gli ingressi del civico 7 di via Breno e del civico 7 di viale Brenta; quest'ultimo in particolare è visibile dal marciapiede, mentre l'altro è un po' più nascosto.
Un notevole esempio di fontana si trova poi nel giardino del civico 47 di Corso Lodi: qui le dimensioni sono decisamente superiori, e per vederlo non è sufficiente scrutare attraverso il portone in vetro. Dal marciapiede, infatti, è solo visibile la vaschetta sita nell'androne; ma se ad esempio vi recate in uno degli studi medici siti in fondo al cortile, non trascurate di osservare, nel mezzo del giardino, la vasca con statua bronzea rappresentante un giovinetto.

Sicuramente vi sono molti altri esempi di fontane siffatte nella zona, ma voglio lasciarvi il piacere di scoprirle. Cito soltanto la vasca sita nel giardino condominiale di viale Campania 29/31 e, soprattutto, la fontana, costituita da una doppia cascatella di acqua che viene convogliata in una gradevole vaschetta, che si trova nel giardino condominiale di via Sismondi 3/5/7, ed è visibile dall'esterno, come la precedente.
Concludo, invitandovi a non trascurare le fontanelle dette "vedove", che tutti conosciamo, perchè in un tempo non lontano potrebbero diventare rare testimonianze di un modo di vivere tipico di un'epoca, la nostra.